Fire Emblem Echoes: Shadow of Valentia - Recensione


Piattaforma: 3DS Data di uscita: 19 maggio 2017

Il 3DS riceve un altro Fire Emblem. Non si vedevano tre capitoli per una console dal GBA. Questa volta Intelligent System non ha creato un nuovo capitolo, ma ha voluto proporre il remake del secondo della saga: Fire Emblem Gaiden. Ed il risultato è decisamente ottimo.




Quando tutto era più semplice

Il gioco ha una mappa del mondo con incontri ripetibili
Nell'epoca del primo Nintendo, le risorse disponibili erano poche ed ogni aspetto del gioco lottava con gli altri in termini di spazio. Non c'era spazio per migliaia di personaggi e per storie complesse da sviscerare in tantissimo testo senza togliere qualcosa al resto del gioco.
Arriviamo nel presente, quando questi problemi non si pongono più e ci troviamo con una trasposizione fedele ed allargata dell'originale.
Ci troviamo nel continente di Valentia, diviso nei due regni di Zofia al sud e Rigel al nord. Queste due nazioni sono legate ai loro dei fondatori, che tutt'oggi guidano gli abitanti. Il Rigel invade la Zofia in violazione del patto di pace sancito migliaia di anni prima ed è subito una guerra per la liberazione. Niente viaggi temporali come in Awakening, niente dimensioni alternative e costrizioni della trama folle come in Fates. La storia si concentra sui viaggi dei due protagonisti: Alm e Celica. Il primo è il classico eroe buono, giusto ed idealista della saga. La seconda è simile, ma permette di tormentarsi un po' più l'animo, perché si sa, "la donna è mobile qual piuma al vento".

Il cast di comprimari è stato migliorato rispetto al gioco originale introducendo i tipici supporti della serie, che qui funzionano come nelle incarnazioni più vecchia, ovvero andranno sbloccati ed ascoltati sul campo di battaglia e non fuori da esso. Tutto il gioco è anche doppiato in inglese (non c'è l'opzione per audio giapponese) e devo dire che come scelta aggiunge davvero molto all'esperienza perché la qualità è generalmente buona. Se Awakening e Fates sfruttavano le voci solo dove necessario, avere ogni conversazione doppiata da la sensazione di un gioco più "premium". Rispetto a Gaiden ci sono anche nuovi personaggi ed alcuni eventi sono stati espansi. Non che questa cosa verrà notata da molti visto che Gaiden uscì solo in Giappone.

La cosa più importante di tutta la narrativa è che si lascia giocare e si sopporta al meglio. Non si butta troppo sul personale come nelle prime parti di Blazing Sword, non si mette a fare politica come Path of Radiance e non mette su intrighi multipli come in Genealogy, ma non richiede al giocatore di dover sospendere la sua incredulità più del necessario come in Awakening e Fates. E poi niente Waifu e shipping. LA GIOIA.

Ma cos'è tutta sta roba "nuova"?
La preview degli attacchi è diversa dal solito
Nel periodo del primo Nintendo, molte saghe erano all'inizio e c'era l'abitudine di cambiare tutto con il secondo capitolo, per poi tornare sui propri passi. Questo si vide ad esempio con Castlevania 2 o con The Legend of Zelda 2. Giochi praticamente opposti ai loro predecessori con strutture anche radicalmente diverse. Anche Gaiden fu così per Fire Emblem, andando ad introdurre molti elementi poi spariti nei capitoli successivi. Per questo, Shadow of Valentia riesce a sembrare più innovativo del dovuto.

Le innovazioni arrivano dall'aggiunta di villaggi esplorabili, dungeon e quest secondarie. I primi sono gestiti a mo di avventura grafica punta e clicca, con il giocatore che si può muovere tra schermate fisse, può esplorare l'ambiente trovando armi e provviste e può parlare con gli abitanti del posto. Questo espande molto il background di ogni luogo e permette di scovare sidequest.
I Dungeon sono aree 3D esplorabili in terza persona. Si dovrà scegliere un party di massimo 10 personaggi ed entrerà in gioco la meccanica della fatica. Ad ogni azione intrapresa in combattimento i personaggi accumuleranno fatica e una volta raggiunto un certo livello la loro vita massima calerà. Per eliminarla bisogna o offrire del cibo ad una statua della dea in zone sicure nei dungeon o dare cibo ai personaggi. Più una rottura di cazzo che una meccanica intorno alla quale pianificare perché il cibo è largamente disponibile.
I Dungeon più impegnativi sono abbastanza labirintici e i continui scontri senza possibilità di salvare possono stressare il giocatore, ma il gruppo si cura senza problemi tra una battaglia e l'altra, si tratta solo di perseverare. Come aggiunta sono simpatici ma nulla di rivoluzionario o che modifica troppo l'approccio al gioco. La telecamera da un po' fastidio in questi dungeon.

Sul campo di battaglia si è voluti rimanere fedeli all'originale e questo è sia un bene che un male. Le armi dei protagonisti sono indistruttibili, ma il gioco risolve il problema meglio di quanto non abbia batto il più moderno Fates. Si può equipaggiare un solo oggetto alla volta e le armi hanno delle abilità ad esse associate. A volte le abilità di un'arma inferiore potrebbero essere più utili di quelle superiori. Inoltre il peso delle armi qui influisce parecchio sulla capacità di eseguire attacchi doppi, vista la crescita infima delle statistiche del proprio esercito.
Non esiste la possibilità di accoppiare le unità, qui ognuno è per se, come nei giochi pre 3DS, e il triangolo delle armi non esiste più, proprio come nell'originale, dove non era stato ancora introdotto. Invece è il terreno a farla da padrone, con i bonus di schivata derivanti dall'attaccare da un bosco o da un pavimento lastricato considerevoli. Le magie ignorano i bonus del terreno ma lanciarle costa punti vita e vengono imparate dai maghi mano a mano che salgono di livello. I maghi vanno quindi adeguatamente protetti.
Il gioco però non è bilanciato o con una curva di difficoltà sensata. Le mappe sono tutte abbastanza grandi ed aperti, senza complessità di alcun tipo. Si affrontano quasi sempre un gran numero di nemici, ma la difficoltà risiede in cosa il gioco vi fa affrontare. Nel percorso di Alm ci si ritrova contro solo nemici in grado di attaccare da molte caselle di distanza e tanti maghi, quando nel proprio esercito le persone in grado di fronteggiare queste minacce in modo adeguato sono un paio. Non è il massimo. Alcuni scontri sono dure guerre d'attrito, dove metà esercito se ne sta inutilizzato mentre le poche unità in grado di tankare devono fare tutto loro. Questo si riduce a scontri tatticamente piatti.

La difficoltà è anche sbilanciata tra i due eserciti che si comandano. Ho fatto una fatica boia con Alm in molti livelli, mentre con Celica avevo un gruppo di maghi in grado di crivellare ogni cosa vedessero. L'aggiunta inoltre di un artefatto magico in grado di portare indietro i turni per evitare errori o morti di personaggi, porta l'utente ad approcciare il tutto più aggressivamente, avendo un cuscino da usare il caso di problemi.

In generale comunque, l'esperienza è buona. La voglia di rimanere fedele all'originale riesce comunque a non farlo sentire troppo arretrato, alla fine del giro pecca solo per semplicità di mappe, ma i dungeon compensano questo con la loro labirintosità.

Una gioia per gli occhi
Le cutscene sono poche ma ben fatte
La presentazione del gioco non fa intuire che si tratta di un remake. Da un punto di vista grafico siamo a livelli un po' meglio di Fates, principalmente per le animazioni in battaglia, ancora più rifinite. Le cutscene realizzate dallo Studio Khara sono fantastiche e le musiche originali riarrangiate funzionano ancora alla grande. I dungeon non sono nulla di particolare viste le capacità 3D del 3DS, ma sanno creare la giusta atmosfera. Il cambio principale però si sente negli artwork. Passare da Yusuke Kozaki di Awakening e Fates a Hidari di Shadof of Valentia è un salto notevole. Il tono è molto meno fantasy e più "realistico", con i personaggi che hanno davvero poco di sovradesign o esagerazioni. Il design di Alm e Celica è tanto semplice quanto gradevole.

Un remake fatto a modo, in grado di rimanere fedele all'originale ed allo stesso tempo modernizzarlo dove serve per presentarlo al meglio. Una storia semplice ma gradevole e senza fronzoli unito ad un gameplay competente anche se un po' piatto, rendono questo FE un ottimo capitolo della saga e probabilmente il migliore per 3DS.




Stay Classy, Internet

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