The Witcher 3: Blood and Wine - Recensione

Blood and Wine
Piattaforme
: PC(giocata)/PS4/Xbox One Data di Uscita: 31 maggio 2016
Arriva il secondo ed ultimo grosso DLC per The Witcher 3. Ritengo il gioco principale uno dei migliori videogiochi degli ultimi anni se non di sempre ed ero molto entusiasta alla sua uscita, come potete leggere nella vecchia recensione. Il suo primo DLC, Heart of Stone era di una fattura eccezionale, superando per certi versi il gioco principale per quanto riguarda la narrativa e proponeva nuovi nemici che facevano approcciare il combattimento in modo leggermente diverso. Blood and Wine sarà della stessa qualità?

Vino, colori e vampiri.
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Il design della città principale, Beauclair, è qualcosa di magnifico
Blood and Wine è ambientato in una nuova mappa. Geralt troverà una nuova missione in una delle tante bacheche per le missioni secondarie sparse per la mappa e verrà chiamato a prestare il suo aiuto nel ducato di Toussaint, un posto estremamente diverso dal resto delle ambientazioni del gioco base. Ci troviamo in un posto idilliaco, con una palette di colori vivace ed accesa e con un’estetica che mescola la Francia del sud con l’Italia. Regione famosa per il suo vino,  vi imbatterete in tanti francesismi e nomi italiani lungo l’avventura. La duchessa Anna Henrietta ha chiesto l’aiuto del nostro amato strigo per risolvere un problema: una strana creatura sta uccidendo dei cavalieri del ducato e gli sforzi fin’ora fatti sono stati inutili, ci vuole un cacciatore esperto. I nemici cardinali dell’avventura sono i vampiri ed il gioco cerca immediatamente di ricatturare la tensione e l’atmosfera del suo trailer di lanciocinematico negli scontri contro di essi. La storia principale è ben orchestrata ed ha un ottimo ritmo. Fasi di combattimento si alternano ad altre esplorative e ci sono molte investigazioni da fare. A livello di gameplay si rimane sempre a dover attivare i propri sensi ed ad esaminare oggetti in una stanza e stare a sentire Geralt che ragiona, ma come disse qualcuno tempo fa, Geralt è l’investigatore hardboiled perfetto. Un emarginato da tutte le società, in grado di far approcciare il giocatore a tutte le situazioni proposte e di offrire sempre una prospettiva esterna, fondamentale per far funzionare un’investigazione. I colpi di scena saranno abbondanti e nulla è mai come appare. La vera chicca è rappresentata dall’apparizione di un personaggio dei libri e dall’uso di un pezzo della lore del mondo che risale alle prime avventure cartacee di Geralt. Questi elementi avranno purtroppo meno spessore per chi non ha letto i libri, ma il gioco come sempre fa un ottimo lavoro nell’introdurre ogni elemento al giocatore. Detto ciò, a livello di complessità ed impatto, siamo al di sotto di Heart of Stone. La storia principale dura sulle 10 ore, ma il bello di Blood and Wine è che offre al giocatore un’area nuova, piena di quest secondarie, nuove missioni di caccia, nuovi nemici, nuovi potenziamenti di alto livello, nuove armature da Witcher ed una tenuta per Geralt da potenziare. Facendo tutto, il tempo di gioco si avvicinerà alla trentina di ore. Ci sono molte storie interessanti in Toussaint pronte per essere vissute. I toni sono molti più vari. Se Heart of Stone era molto cupo, qui c’è spazio per più humor, per divertirsi un po’ e ci sono molte riflessioni riguardo alla fine delle avventure di Geralt, sia in game che rompendo la quarta parete. Consiglio di affrontare quest’espansione con un salvataggio di fine gioco, per godere appieno dell’ultima avventura dello Strigo.
Dannati LOD.
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Interfaccia ridisegnata nella 1.20, e con B&W potete ricolorare le armature!
Il gameplay rimane lo stesso, ma gli sviluppatori hanno trovato il modo di rendere le cose più interessanti. I combattimenti contro i boss sono più impegnativi che in passato, con nemici che tendono a parare più del dovuto e che possono arrivare in alcuni casi a sopraffare anche il mitico segno Quen. Sono ricorso più volte a pozioni e decotti per avere la meglio. Inoltre ci sono nuove tipologie di mostri. Le due nuove aggiunte degne di nota sono le mutazioni e l’equipaggiamento Witcher di livello più alto. Entrambe queste funzionalità si possono ottenere attraverso quest secondarie e consiglio di affrontarle il prima possibile. Geralt ora può ricercare nuove mutazioni che offrono dei bonus estremamente utili e sbloccano nuovi slot per equipaggiare più abilità base. Il nuovo livello dell’equipaggiamento da Witcher aggiunge dei bonus passivi se si equipaggia tutto il set ed alcuni di essi moltiplicano di molto il potenziale offensivo di Geralt. Sono aggiunte gradite ed ottime per i personaggi di alto livello o in NG+.
L’ambientazione è spettacolare. Da un punto di vista artistico siamo davvero al top. Le ambientazioni che visiterete sono fantastiche ed il design dei personaggi è estremamente diverso da quello dei territori del gioco principale. Qui è tutto più colorato, più vivace, più vivo. Per questa espansione i ragazzi di CD Project hanno rivisto il loro motore di streaming degli assets, per permettere una migliore resa…. a mio avviso la cosa non è andata così bene. Il livello di pop in dei dettagli all’aperto è paragonabile ai peggiori momenti all’interno di Novigrad. Non rompe il gameplay in alcun modo, ma può risultare fastidioso. Lo dico perché nel gioco base questo problema c’è di meno. Dal lato musicale troviamo molte nuove tracce, tutte fantastiche, che ben accentuano le varie fasi del gioco.
Un lavoro di alto livello senza dubbio. La non eccezionalità della storia principale, che resta in ogni caso su alti livelli, e i LOD troppo aggressivi non minano un pacchetto pieno di roba da fare e potenzialmente lungo come un gioco intero se ci si ferma a fare tutto. Un’ottima conclusione. Consiglio vivamente l’acquisto dell’expansion pass per The Witcher 3. E andiamo che uno dei migliori giochi di quest'anno è un DLC.....

Stay Classy, Internet

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