Pyre - Recensione



Piattaforma: PC (giocata), PS4. Data di uscita: 25 luglio 2017

Supergiant Games ritorna con un nuovo gioco dopo Bastion e Transistor. Questa volta hanno cambiato totalmente genere ed approccio, per un risultato ancora una volta unico, ma che si perde un po' più per la strada.





Segui le stelle


I precedenti giochi di Supergiant Games avevano una narrazione atipica. Sfruttavano una voce narrante che teneva su la storia, mentre i protagonisti erano silenti e molto del contesto era dato o dal mondo stesso o da testi da leggere in game. Pyre invece ha un approccio da visual novel con la narrazione. Voi sarete la Reader, e vi ritroverete esiliati nel Downside per crimini che avete commesso. Troverete una banda di personaggi variegati e scoprirete che è possibile ritornare dall'esilio compiendo dei riti. Tutta l'avventura prende una piega da "purgatorio". I vari comprimari dell'avventura hanno molti dialoghi e le loro storie personali sono in generale interessanti, rendendoli personaggi a tutto tondo. Ognuno di loro deve in sostanza fare pace col suo passato, ragionare sul perché del loro esilio e cercare di combattere per riavere la libertà.
L'input del giocatore si fa sentire in qualche scelta di dialogo qua e là e nella scelta di dove andare nei vari bivi che il percorso presenterà.

Oltre ai singoli personaggi, c'è anche una storia di fondo che non vado a spoilerare ed è abbastanza carina a mio avviso. Un enorme libro che svelerà il suo contenuto nel progredire nell'avventure riempie invece tutto il background dell'ambientazione in modo comprensivo. Ci troviamo di fronte ad un'avventura molto aperte e meno criptica rispetto a Bastion e Transistor. L'ambiguità è sparita, lasciando solo confronti diretti.

Il problema principale è il ritmo. La prima metà dell'avventura è lineare e vi presenterà di continuo nuovi personaggi, nuove ambientazioni, nuove meccaniche da sperimentare. I personaggi interagiranno spesso con la storia. Una volta arrivati a metà, il gioco si apre, diventando non lineare ed in quel momento muore un po'. Si passa da viaggiare e vivere il viaggio a semplicemente muoversi di punto in punto per andare alla prossima sfida e per motivi di trama i personaggi perdono interattività con la storia, mantenendo solo dialoghi personali e qualcosa durante gli scontri.
Questo è un duplice peccato perché se da una parte questo cambio porta ad un aumento di noia, c'è il problema che alcuni pezzi interessanti della storia vengono gestiti in questo frangente. Questo a mio avviso ne riduce enormemente l'impatto. Purtroppo ho sofferto molto la seconda metà.


Che strano sport sto giocando?

Cosa faccio tra una sequenza di visual novel alla prossima? Comando i miei uomini nei riti della liberazione. Si tratta di una specie di sport con regole molto particolari.
La base è questa: due team composti da tre personaggi si scontrano. Ognuno di essi ha un fuoco, il titolare Pyre, che brucia. Per vincere bisogna estinguere il fuoco avversario. Per farlo bisogna prendere una palla che si trova sul campo di battagli e o tirarla nel fuoco o lanciandosi con la palla.
Detta così può sembrare eccessivamente stupido, ma il gioco ha parecchie meccaniche che si aggiungono per rendere i combattimenti interessanti.

Innanzitutto, solo uno dei tre personaggi può muoversi alla volta. E chi ha la palla si ritrova con le capacità difensive ed offensive eliminate, lasciando solo la mobilità.
I protagonisti del gioco sono di razze diverse, ognuno con le proprie capacità che influenzano in modo massivo la strategia del match. C'è chi preferirà personaggi agili e veloci anche se meno forti, chi volanti, chi lenti ma potenti, chi le vie di mezzo. Durante i match i personaggi guadagneranno esperienza, che potrà essere usata per sbloccare abilità che alterano il comportamento dei personaggi. Possono anche equipaggiare talismani che conferiscono bonus vari a statistiche o modifiche meccaniche.

È un gameplay che richiede sia strategia che riflessi. Il problema è forse l'intelligenza artificiale che risulta un po' altalenante. A volte si incanta, non ponendo la minima sfida. Altre volte è di un'aggressività folle, sfruttando ogni singolo buco nella vostra difesa e colpendo con precisione millimetrica. In generale però, i match sono tesi e divertenti. Diventano ripetitivi quando il gioco arriva alla seconda metà, dove le meccaniche si stabilizzano e si passa da un combattimento all'altro in modo più "forzato".

Il gioco però ha una gestione della sconfitta interessante. Non bisogna vincere per arrivare alla fine, ma la storia prosegue tenendo conto delle vostre sconfitte. Il gioco ha anche una componente multiplayer, ma solo locale.

Audiovisivamente non c'è nulla da dire. Il gioco è a dir poco fantastico, oramai un marchio di fabbrica dei Supergiant.

Pyre è un viaggio che delizierà i vostri sensi, offrendo una prima metà della storia abbastanza forte, personaggi interessanti ed un gameplay diverso dal solito e sufficientemente profondo. La seconda parte dell'avventura ha purtroppo un ritmo terribile e va a perdere quasi tutti i punti di forza della prima metà, diventando faticosa. Un peccato, perché l'avrei apprezzato molto di più avesse mantenuto il ritmo iniziale.


Stay Classy, Internet.

Nessun commento:

Posta un commento

01 09 10