Hyper Light Drifter - Recensione



Piattaforma: PC (giocata) PS4, Xbox ONE Data di uscita: 31 marzo 2016 (PC) 26 giugno 2016 (consoles)
Realizzato da Heart Machine dopo un kickstarer da 600k $ di fronte a 27.000 richiesti, Hyperlight drifter si presenta come un gioco d’azione/avventura del periodo a 16 bit ed è probabilmente il miglior gioco indie di quest’anno.



Show, don’t tell
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Alcune viste sono davvero spettacolari
Hyper Light Drifter è un gioco praticamente senza sorta di testo se non per i tutotial. Se vogliamo sapere qualche informazione di più dobbiamo andare a leggere la presentazione della campagna Kickstarter o recuperare informazioni in giro. Il gioco però ha molto da dire attraverso la sua grafica, la sua musica, le sue scene. Vestiremo nei panni di un Drifter, un esploratore di antiche rovine, afflitto da una grave malattia. La sua speranza è quella di trovare una cura proseguendo nel gioco. Ad intervalli scriptati il nostro eroe tossirà sangue, si accascerà al suolo e starà visibilmente male. Il mondo si trova in una situazione post-apocalittica, con degli enormi giganti, che ricordano quelli di Nausicaa e la valle del vento, che hanno messo a ferro e fuoco tutto. Il Drifter si farà strada tra le rovine delle civiltà attaccate dai giganti, che col tempo sono andate irrimediabilmente distrutte. Lo stile diverso, i resti delle città e qualche sopravvissuto riescono molto bene a comunicare la diversità nelle culture e negli abitanti di questi luoghi antichi ora abbandonati alla mercé di mostri. Ho trovato geniale rappresentare i dialoghi degli NPC sotto forma di immagini narranti, ma un po’ meno che i monoliti sparsi per il mondo siano illeggibili se non dopo un’attenta traduzione da operare fuori schermo, quindi da recuperare online.
Severo, ma giusto
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I boss sono magnifici
Il gioco è strutturato alla Zelda in un senso generale. Avremo un punto di partenza al centro del mondo, dove avremo una casa e dei negozi che venderanno upgrade e potenziamenti e da questa città partono quattro strade nelle quattro direzioni “classiche”: Nord, Est, Sud e Ovest. In ogni direzione si troverà una civiltà distrutta, visivamente diversa dalle altre, nuovi nemici ed un boss da uccidere previa raccolta sul territorio di pezzi di nucleo, necessari per aprirsi la strada. Una volta sconfitti i quattro boss ed attivati 4 pilasti si potrà andare a sconfiggere il boss finale. Molto semplice come struttura e particolarmente auto evidente al giocatore navigato. Ognuno di questi regni è cosparso di collezionabili, sia fini a se stessi sia in grado di fare ottenere nuovi vestiti per il vostro Drifter che porteranno buff di varia natura o più monete per ottenere più potenziamenti.
Ci si avvicina a Zelda solo per questo, in quanto il resto è diverso. Non c’è un vero e proprio inventario complessi, ci si limita a scegliere tra vestiti diversi e tra due armi tra quattro totali, non ci sono oggetti particolari perché non esistono enigmi lungo la strada: ogni sfida deve essere superata solo attraverso il combattimento ed il sistema messo in piedi è semplice e divertente. Il nostro Drifter combatte con una lama di energia solida e può concatenare gli attacchi in una semplice combo a tre colpi. Un altro tasto è assegnato alla schivata, strumento fondamentale tanto per rimanere in vita durante gli scontri quanto per la navigazione ambientale. Poi ci sono varie armi da fuoco che si recupereranno mano a mano che si andrà avanti con l’avventura. Queste hanno un caricatore piccolo che può essere ricaricato solo colpendo oggetti e nemici con la spada. Un ottimo stratagemma per evitare tattiche difensive e forzando il giocatore ad andare all’attacco per mantenere la sua arma sempre carica. Il Drifter non ha un frame di invincibilità per recuperare e scappare dopo aver subito un colpo e non ce l’ha neanche durante la schivata, quindi gli errori si pagano duramente. I nemici sono molti, brutali, non lesinano ad attaccarvi in massa e violentemente e ci vorrà concentrazione per superare ogni situazione senza il minimo graffio. I boss sono fantastici sia per design sia per sfida offerta: i loro pattern sono brutali, senza sosta e variano al calare della loro vita, mantenendo il giocatore sempre sulle spine. Non si ha mai l’impressione che il gioco sia ingiusto o eccessivo, onestamente l’ho trovato perfetto come grado sfida, difficile al punto giusto e molto gratificante. Dura però poco, io l’ho finito in tre pomeriggi, ma non mi sono perso a cercare ogni oggetto possibile. Per gli amanti delle vere sfide, il New Game Plus fa ripartire il giocatore da 0, ma con un handicap notevole: ha solo 2 punti vita invece che cinque, quindi può essere eliminato sul colpo da moltissimi nemici.
L’unica pecca che si può trovare nel gioco è da lato tecnico e non è neanche un difetto così grave. Il gioco gira a 30fps e non a 60. Questo perché è legato al motore di gioco Gamemaker ed al fatto che la velocità e logica di gioco è troppo legata ai frame. Un peccato questo perché il sistema di combattimento è così immediato ed appagante che avere la fluidità dei 60 fps sarebbe stato davvero la ciliegina sulla torta. In ogni caso non è un problema, il gioco è godibilissimo. Dal fronte audio abbiamo dell’ottima musica ambientale, malinconica e ben adatta all’esplorazione di civiltà perdute. I miei sensi sono stati spesso sovraccaricati di piacere giocando a questo gioco.
Da Kickstarter non è detto che arrivi sempre roba bella, ma se volete un gioco da usare come esempio del buono della piattaforma, Hyper Light Drifter è ottimo.

Stay Classy, Internet

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