Assassin's Creed Rogue - Recensione

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Piattaforma: PC (giocata), 360, Ps3 Data di uscita: 13 novembre 2014 (console) 10 marzo 2015 (pc)
Mentre tutto il mondo, me incluso, era impegnato a giocare, guardare e lamentarsi di Assassin’s Creed Unity sulle nuove console, nello stesso periodo Ubisoft rilascia in sordina un altro AC, solo per le vecchie console: Rogue.  In un secondo momento, in preda forse a qualche strana follia, la casa francese decide di fare un porting su PC, rendendo così il personal computer l’unica macchina a ricevere entrambi gli Assassin’s Creed. Da buon fan della saga, aspetto pazientemente fino alla sua uscita e me lo spulcio per bene. Il risultato? Voglia di prendere a schiaffi l’Ubisoft.
I make my own luck
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L’aspetto più riuscito di questo Rogue è la storia. Il protagonista delle vicende è Shay Patrick Cormac, un tipo abbastanza anonimo devo dire, un Newyorkese che si unisce alla confraternita degli assassini d’America. Fin qui nulla di strano, almeno fino a quando la storia non va di traverso e Shay tradisce la confraternita e si unisce ai templari. Finalmente un gioco della serie che ci mette dall’altra parte, che ci fa vedere gli eventi sotto una prospettiva diversa. Il cambio di bandiera avviene a causa di un manufatto dei precursori gestito in malo modo dagli assassini e quindi Shay decide di porre rimedio a questa malata corsa al potere che ha portato molta distruzione e sofferenze cambiando sponda e distruggendo lui stesso la confraternita, andando ad eliminare uno dopo l’altro tutti i suoi vecchi amici e compagni. La storia potrebbe essere molto più tragica di quello che è in realtà. Ma oramai ci siamo abituati alla narrativa della serie che scorre veloce come il vento, senza mai soffermarsi più di tanto sui singoli eventi, importanti o meno per lo sviluppo del personaggio.
La storia coprirà dal 1752 al 1760, con un breve intermezzo nel 1776, nel bel mezzo della guerra franco-indiana combattuta tra le colonie francesi ed inglese nelle Americhe. Vengono toccati alcuni eventi storici, come la presa ed il massacro della fortezza di William Henry, divenuto abbastanza famoso grazie al romanzo l’ultimo dei Mohicani. Quindi incontreremo George Munro, colonnello inglese e templare, ed anche molti esploratori, come Christopher Gist e James Cook. Il cast storico ha un’importanza ed un livello di interazione maggiore rispetto ad altri episodi della serie, con molti personaggi imbrigliati nelle lotta tra templari e assassini e che rimangono per numerose missioni a fianco del protagonista. Anche Franklin ritorna in grande forma, con un intervento nella trama molto maggiore di quanto non fece al suo tempo in ACIII.
Ma non solo di riferimenti esterni vive Rogue, ma anche e soprattutto di riferimenti interni. Incontrerete volti noti della serie. Un anziano Adéwalé farà capolino, così come Achille, Haytam Kenway ed altri. La storia si incastra alla perfezione tra l’episodio III e IV di Assassin’s Creed e mette in luce alcuni retroscena interessanti di un paio di personaggi aiutandone ad espandere il background. Il finale del gioco sarà inoltre una bellissima chicca per i fan della saga.
Il pacchetto ovviamente non sarebbe completo senza quell’abominio delle sezioni del presente, ma oramai ci abbiamo fatto l’abitudine. Sono scarnissime, come quelle di ACIV, e durano davvero poco. Ancora non ho capito la necessità di averle, la saga sarebbe stata meglio senza di esse, però oramai ce le teniamo e via…
L’unico difetto di questo pacchetto è che scorre molto velocemente. Completare solo le missioni principali non dura di più di 6-7 ore, molto di meno per lo standard della serie e questo gioco più degli altri sopravvive di attività secondarie.
Black Flag 2.0, ristretto.
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Non si può dire molto sul gameplay, in quanto è fondamentalmente identico a quello di Black Flag. Il che vuol dire che è buono, ma non fa molte cose di diverso.
Avrete sempre i vostri posti sulla terra ferma con i punti di osservazione dove sincronizzarsi, le missioni secondarie negli hub cittadini per liberare la ciurma, raccogliere foglio dei canti pirateschi, liberare settori della città occupati da banditi…… per mare invece ci saranno i forti da liberare, le balene e narvali da cacciare, tesori da scoprire, navi da abbordare….
In termini di varietà assoluta però, è superiore a AC Unity, visto che comunque abbiamo la dualità mare e terra ed il concetto dell’esplorare tipico di Black Flag.
Unica vera nota dolente è il sistema di navigazione, rimasto quello vecchio della serie. Avevo apprezzato dopo averci fatto la mano quello di Unity ed ora qui mi sento un po’ scomodo. Nulla di drammatico anche perché le abilità di navigazione vengono chiamate in causa molto di meno rispetto ai giochi della serie.
La varietà è più da ricercare negli ambienti questa volta. Le aree di gioco non sono grandissime, ma sono molto varie. Avremo New York come l’unica città urbana, ben fatta come al solito anche se piccolina rispetto alle altre città della serie. Le mappe nautiche sono etremamente diverse tra di loro. Avremo le valli intorno al fiume Hudson, navigabili grazie alla nuova nave, il brigantino Morrigan, in grado di navigare sia in mare che nei fiumi agevolmente e l’oceano Atlantico del nord. La differenza di ambientazione è fortissima, con il fiume rigoglioso di vegetazione verde e stretto, con poco spazio per la navigazione, mentre l’oceano è ampio e spazioso, ma molto minaccioso, con icebergs e alte onde.
La storia vi porterà avanti ed indietro tra tutte queste tre zone e si creerà un piacevole ritmo che riesce a non far venire mai la noia.
Le missioni sono strutturate però nel classico modo di Assassin’s creed, quindi se si gioca da molto nulla vi stupirà. Da notare come esiste una sola missione di pedinamento in tutto il gioco. MENO MALE.
Anche si si nota come il gioco sia comunque un progetto inferiore e come il manpower della Ubisoft era tutto impegnato su Unity. Le attività secondarie ci sono, i potenziamenti della nave e del protagonista sono presenti, ma tutte in numero inferiore rispetto a Black Flag, così come le ambientazioni sono meno dense di cose da fare e più ristrette, per quanto siano curate allo stesso livello degli altri giochi.
UGH, MY EYES!
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Per quanto riguarda l’aspetto audiovisivo, ci troviamo sullo stesso livello di Black Flag, ne più né meno. Su un buon PC il gioco rimarrà inchiodato ai 60 fps tutto al massimo. Ci troviamo in questo caso in una situazione un po’ strana. Se da un lato oramai i miei occhi si stanno abituando al livello di dettaglio che offrono gli ultimi giochi, come Unity, Witcher 3, Batman Arkham (lo so non sono ancora usciti, ma i trailer ed immagini sono ovunque), DA:I e così via, dall’altro sono contento di giocare ad un Assassin’s Creed con delle performance ottime, visto che i 60 fps mettono davvero in risalto il gameplay fluido e le animazioni.
C’è sempre la solita buona così come i buoni canti marinareschi mentre si viaggia sulla nave.
Il risultato è un buon Assassin’s Creed a prezzo budget, con una storia un po’ mignon ma bella e ben inserita nel mito generale ed un gameplay solido e vario.
Stay Classy, Internet

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